7 domande chiave sugli impianti cocleari

Le domande più frequenti e le relative risposte sugli impianti per l’udito
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La decisione di passare a un impianto cocleare non viene presa dal giorno alla notte. Ci sono molte questioni su cui riflettere. Explore Life ha raccolto quelle più importanti. 

1: Come funziona l'udito? 

 
L'orecchio può essere suddiviso in tre sezioni: l'orecchio esterno, l'orecchio medio e l'orecchio interno. Ciascun suono genera delle vibrazioni nell’aria, note come onde sonore. Queste onde giungono prima all’orecchio esterno, che funge un po’ da imbuto, incanalandole. Nell’intersezione tra orecchio esterno e medio si trova il timpano, il quale vibra insieme alle onde sonore. Gli ossicini nell’orecchio medio, noti come martello, incudine e staffa, trasmettono le vibrazioni fino alla coclea, la componente dell’orecchio interno a forma di spirale. La coclea contiene del liquido ed è dotata di cellule sensoriali ciliate. Le vibrazioni del suono provocano il movimento del fluido all’interno della coclea dove le cellule ciliate generano segnali neurali che vengono condotti dal nervo acustico fino al cervello. A questo punto, il nervo acustico invia segnali al cervello che vengono interpretati come suoni. 
 

2: Che cos'è un impianto cocleare? 

L’impianto cocleare (IC) sostituisce le parti non funzionanti dell’orecchio interno. Nei punti in cui le cellule ciliate sensoriali vengono a mancare, il dispositivo stimola direttamente le fibre nervose all’interno della coclea attraverso un impulso elettrico.  

Un sistema IC è costituito da 2 parti: l’impianto e l’audio processore, o processore vocale, esterno. L’elettrodo viene inserito nella coclea, mentre il corpo dell’impianto si posiziona sotto la pelle, dietro l’orecchio. L’audio processore viene invece posizionato all’esterno, sulla cute della testa, generalmente dietro l’orecchio e viene mantenuto in posizione, sopra l’impianto, grazie a dei magneti. Il processore rileva i segnali acustici e li trasmette elettronicamente all'impianto.  

L’elettrodo, composto da una serie di elettrodi flessibili, viene inserito nella coclea, dove andrà a stimolare il nervo acustico. Il nervo acustico invia l’informazione sonora al cervello. Le serie di elettrodi sono ricoperte di silicone medicale, mentre per l’involucro si utilizzano ceramica e titanio. Tutti i materiali sono biocompatibili, ovvero in grado di essere perfettamente tollerati dal corpo. 
 

3: Qual è la differenza tra un IC e una protesi acustica? 

Sostanzialmente, per trattare le perdite uditive è possibile utilizzare sia le protesi acustiche che gli impianti cocleari. Tuttavia, la tecnologia e i loro campi di applicazione sono molto differenti tra loro. 

Le protesi acustiche amplificano il suono e riducono i rumori ambientali e sono adatte a persone con perdite uditive da lievi a moderate. Al contrario, gli impianti cocleari sono progettati per persone con perdite uditive neurosensoriali da gravi a profonde, dove le cellule ciliate dell’orecchio interno sono danneggiate e perciò non in grado di percepire il suono correttamente. Un impianto cocleare sopperisce a queste cellule ciliate danneggiate e invia segnali elettrici al cervello, dove questi vengono interpretati come suoni. 
 
L’amplificazione dei suoni attraverso le protesi acustiche non è sufficiente nel caso di parti dell’orecchio non funzionanti. Invece gli impianti cocleari possono aiutare a recuperare e coprire l’intera gamma del suono.  
 

4: Per chi è indicato un impianto cocleare? 

Un IC è potenzialmente una soluzione per chi soffre di perdite uditive neurosensoriali da gravi a profonde o di natura labirintica. In ogni caso, una equipe di specialisti otorinolaringoiatri e audiologi deve confermare l’idoneità all’utilizzo di un impianto cocleare. 

Un prerequisito per l’impianto è godere di buona salute. Da un punto di vista medico, non importa se il paziente è un bambino di un anno o un anziano di 95 anni. Un altro fattore importante è da quanto tempo una persona soffre di perdita uditiva. La regola generale vuole che i risultati sono tanto migliori quanto prima avviene l’impianto. 

Nei bambini, un IC può aiutare solo se il cervello è in grado di processare i segnali che riceve. Per questo motivo, le relative strutture cerebrali si devono essere formate durante le prime fasi dello sviluppo. Ciò significa che i più piccoli traggono maggior beneficio da un impianto effettuato il più presto possibile, tra i sei mesi e i due anni di età; ciò non esclude comunque l’intervento in un’età più avanzata.
 

5: Quanto costa un impianto cocleare? 

Il costo totale di un impianto cocleare dipende soprattutto dal paese di origine, dal relativo sistema sanitario e assicurativo. Ad ogni modo, la spesa, che comprende operazione e riabilitazione, è paragonabile a quella di un’automobile di medie dimensioni. In Gran Bretagna, i costi per l’impianto cocleare, gli esami pre-operatori, l’intervento chirurgico e le seguenti visite di controllo sono coperti dal sistema sanitario nazionale. Tutti i costi, o anche solo una parte, possono essere coperti, in alternativa, dalle assicurazioni private.  

Generalmente si raccomanda di recuperare più informazioni possibili riguardo ai costi presso il proprio specialista o compagnia assicurativa locali. 
 

6: Come si percepisce il mondo attraverso un impianto cocleare? 

Subito dopo l’esecuzione dell’impianto, il parlato può sembrare innaturale, metallico e monotono, ed è difficile distinguere le singole voci; ecco perché, dopo l’operazione, si rende necessario un allenamento e un periodo di riabilitazione. Dopo una fase di adattamento e diversi aggiustamenti dell’audio processore da parte dell’audiologo, solitamente l’ascolto migliora notevolmente. 

La maggior parte delle persone che utilizzano un impianto cocleare riporta che alla fine i suoni del parlato differiscono appena dal “normale”, mentre altri non notano affatto differenze. La musica rappresenta una sfida più ardua, poiché il cervello deve imparare a distinguere tra suoni e toni singoli. Richiede un po’ più di tempo rispetto all’adattamento al parlato. 
 

7: Perché l’allenamento all’ascolto è essenziale?

 
Mentre gli occhiali correggono i difetti della vista immediatamente, per gli IC non è così semplice. Portare un IC non basta a garantire la comprensione del parlato. L’ascolto deve essere prima allenato. Ciò è possibile grazie a un programma specifico di allenamento all’udito, che inizia subito dopo la regolazione dell’audio processore, poche settimane a seguito dell’operazione. Durante la riabilitazione, i portatori di impianto cocleare imparano a riconoscere singole parole e suoni, anche in presenza di rumore ambientale, utilizzano il telefono e si esercitano ascoltando la musica. 

La durata della riabilitazione è individuale e dipende da diversi fattori, inclusa la motivazione e l’impegno personali. Negli adulti, la riabilitazione dura in media dai 6 ai 12 mesi; nei più piccoli occorrono diversi anni. 
È importante approcciarsi all’impianto con delle aspettative che siano realistiche. Gli impianti uditivi migliorano l’udito ma non possono compensare del tutto una perdita uditiva, specialmente in circostanze complesse, come ad esempio in presenza di un forte rumore di fondo. 

Traduzione a cura di GEAKOINE

Article The History of Hearing Implants How MED-EL’s founders Ingeborg and Erwin Hochmair beat the odds
Report You’ve Got a Friend Why giving and receiving support helps us lead healthy and happy lives
Article Let the Music Play Music is a powerful tool in helping us access emotions and memories

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