Il piacere della musica grazie agli impianti uditivi

La ricerca scientifica apre nuovi mondi musicali per i portatori di impianti uditivi
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Gli impianti cocleari hanno sempre aiutato con successo le persone a distinguere il linguaggio parlato, ma la musica ha rappresentato una grande sfida per i produttori.

La musica è più complessa del parlato

Johanna Boyer, esperta di musica che lavora per il produttore di impianti cocleari MED-EL, e lei stessa portatrice di IC, spiega: “La musica è molto più complessa del parlato, ha una gamma di frequenze più vasta e un maggior intervallo dinamico.”

MED-EL ha lavorato per creare impianti più sofisticati avvalendosi della tecnologia “fine hearing” e di elettrodi morbidi e flessibili per ricoprire l’intera coclea che si traducono in una miglior percezione dei toni a tutte le frequenze.

Una riproduzione completa e accurata della musica

Boyer aggiunge: “Grazie a queste tecniche, i portatori di impianto cocleare possono incrementare la propria percezione della musica, poiché il segnale musicale viene riprodotto in modo più completo e accurato.” Ciò ha permesso a MED-EL di affrontare i più comuni problemi di apprendimento all’ascolto riscontrati dagli utenti di IC, come la distinzione di singoli strumenti in un gruppo, o tra suoni acustici ed elettronici. Alcuni individui hanno problemi di sintonizzazione. Le vibrazioni vocali e strumentali possono rappresentare una difficoltà per i portatori di IC poiché il cervello lotta per riuscire a elaborare rapidamente la variazione dei toni mentre interagisce con l’impianto.

I ricercatori dell’Università di Washington stanno lavorando su delle tecniche per creare delle strutture migliori. Les Atlas, professore di ingegneria elettrica, ritiene che la chiave potrebbe essere aiutare i pazienti ad ascoltare in ambienti rumorosi. La sua squadra ha sviluppato un nuovo metodo di elaborazione dei segnali, consentendo ai portatori di impianto di distinguere tra strumenti diversi e ascoltare meglio la musica. I ricercatori stanno anche lavorando su delle tecniche che offrano agli utenti una miglior percezione dei toni e delle melodie.

La storia di Will Ogden

Will Ogden era il chitarrista di una band chiamata The Deafness (sordità). Durante la loro breve carriera hanno suonato negli stessi concerti di Paul Weller e KT Tunstall, un traguardo niente male per un gruppo di adolescenti con disabilità uditive.

Ogden, 26 anni, era completamente sordo, ma a tre anni ricevette un impianto cocleare (IC) che gli cambiò la vita. Questi dispositivi elettronici sono composti, generalmente, da una componente esterna munita del microfono e del trasmettitore e da quella interna che riceve i segnali e invia gli impulsi agli elettrodi posizionati chirurgicamente all’interno della coclea. Aiutano le persone con perdite uditive severe o profonde a percepire un senso reale del suono.

Ogden ricorda quando udì una canzone per la prima volta, all’età di sei anni, nel bel mezzo degli anni novanta: “Era Song Two dei Blur e aveva questo fantastico “woo-hoo” nel ritornello che mi conquistò e mi fece innamorare della musica.”

Ispirato dal padre e dai gruppi pop degli Oasis e dei Blur, Ogden prese lezioni di chitarra e presto cominciò a scrivere canzoni. La band The Deafness si è sciolta tre anni fa, ma l’amore di Ogden per la musica permane, e le innovazioni tecnologiche negli IC hanno migliorato la qualità della sua esperienza uditiva.

Produrre suoni con pinne e conchiglie

Ben Oliver, un professore di composizione presso l’Università di Southampton e membro del Music Focus Group, ha anche composto nuova musica appositamente dedicata ai portatori IC avvalendosi di oggetti quotidiani. Oliver afferma: “Ho scritto un brano intitolato By the Sea dove gli artisti suonano attrezzature da spiaggia come sdraio, pinne e persino conchiglie. Ci dimostra che non è necessario uno strumento musicale per creare dei suoni. Molte persone con impianto cocleare si arrendono al fatto di non poter godere della musica, ma più l’ascoltano e più vi si avvicinano.”

Anche il compositore Oliver Searle ha composto dei brani per persone con impianto cocleare. Nel 2008, il suo show Noise Carriers è stato messo in scena presso il Royal Conservatoire of Scotland, presentando pezzi molto noti, come Auld Lang Syne. Searle afferma: “Abbiamo selezionato strumenti dai suoni gravi come tromboni, contrabbassi e sassofoni, che rappresentano un aiuto per le persone con IC, poiché riescono a percepirne meglio il ritmo.”

Facile da ascoltare

Searle ha elaborato Noise Carriers dopo essersi confrontato con dei portatori di impianto per scoprire le loro preferenze in materia di strumenti e stili musicali. Nonostante abbia notato che molte persone con IC riscontrino delle difficoltà con il clarinetto e l’opera a causa del timbro, delle vibrazioni fluttuanti e dei toni, sono in tante ad apprezzare la musica classica e pop.

La musica pop tende ad essere quella più semplice da ascoltare grazie al suo ritmo ripetitivo. Ray Glover, 65 anni, un docente universitario in pensione e segretario dell’associazione nazionale inglese dei portatori di impianto cocleare, canta in un coro a cappella che si esibisce nelle cattedrali. “L’impianto cocleare mi ha permesso di continuare ad apprezzare la musica, soprattutto dopo un periodo di apprendimento basato su un continuo confronto con l’audiologo su ciò che riuscivo a sentire.” I progressi per poter far ascoltare la musica a una buona qualità sono enormi e in continuo divenire. Un grande passo avanti è la possibilità di collegare i dispositivi audio come gli iPod direttamente all’IC, il quale esclude tutti gli altri suoni in conflitto. Le innovazioni tecnologiche e il lavoro dei ricercatori stanno aprendo nuovi mondi per gli amanti della musica. “Non sentivo gli uccellini cantare da quasi 40 anni prima dell’impianto,” racconta Glover, “ma ora riesco a riconoscere i loro canti a memoria.”

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