Pausa estiva

Perché i bambini hanno bisogno delle vacanze
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Le ferie estive stanno per cominciare! Secondo i dizionari, una vacanza è quel momento in cui ci si dedica del tempo per rilassarsi e divertirsi, lontano da casa. Gli adulti sfruttano questi attimi liberi per staccare dal lavoro e ricaricare le batterie. I bambini non solo hanno bisogno di andare in vacanza per riposare, ma anche per continuare a crescere.

La routine quotidiana è stressante anche per i piccoli

In diversi paesi, i bambini fino a una certa età non lavorano abitualmente. Ciononostante, anche loro hanno bisogno di andare in ferie a intervalli regolari. L’asilo e la scuola sono un lavoro dopotutto. In entrambi i casi, devono rispettare degli appuntamenti, osservare le regole, mantenere la concentrazione ed eseguire dei compiti. Devono scendere a compromessi nelle interazioni sociali, a volte senza aver altra scelta se non arrendersi, altre riuscendo a imporsi.

Oltretutto, c’è un continuo rumore di fondo. Nelle classi si rileva in media un livello sonoro di 65 decibel; mentre 55 decibel è la soglia da cui si considera l’inquinamento acustico. I rumori lasciano tracce fisiche e psicologiche anche nei bambini con un buon udito: le loro prestazioni diminuiscono all’aumentare del livello del rumore. Per quelli affetti da disturbi dell’udito è ancora peggio. Non solo devono sopportare un rumore continuo, ma hanno anche parecchia difficoltà nel filtrare le informazioni acustiche rilevanti dal frastuono.

Sopportare lo stress per un periodo prolungato ha un impatto negativo sulla salute infantile. Alcuni lamentano dolori allo stomaco o alla testa, altri hanno difficoltà a concentrarsi o ad addormentarsi. Mentre alcuni soffrono di inappetenza e mancanza di stimoli, altri reagiscono con irritazione allo stress.

Di quante vacanze hanno bisogno i bambini?

Le vacanze sono parte integrante della vita scolastica in tutto il mondo, anche se la lunghezza delle pause estive varia notevolmente da un paese all’altro. Alcuni cantoni svizzeri garantiscono agli alunni solamente tre settimane, mentre gli italiani non vedono l’ora di staccare per tre mesi. In Germania e UK le vacanze estive durano da sei a sette settimane, mentre negli USA da otto a dodici.

In diversi paesi, inoltre, non vige una norma generale per gli asili, e i periodi di chiusura delle strutture variano. Se tale periodo è di una sola settimana, i genitori possono tenere i bambini a casa oppure portali in vacanza un po’ più a lungo. Molti, tuttavia, scelgono di mandarli all’asilo senza pause, cosa che può costituire uno svantaggio per i piccoli. Con l’inizio dell’estate, gli educatori, i dottori e i ministri dell’educazione consigliano ai genitori di offrire ai propri figli di trascorrere un po’ di tempo lontano dalla routine quotidiana.

Le vacanze in famiglia sono una parte essenziale della pausa estiva. Finora, la scienza non è riuscita a quantificare la giusta dose di relax in termini di tempo dalla vita di tutti i giorni. Un soggiorno prolungato offre più tempo per staccare. Tuttavia, anche una piccola fuga può risvegliare lo spirito e ridare energia. Poiché è ben chiaro che l’effetto di recupero scompare subito dopo la prima “fase di stress”, alcuni ricercatori raccomandano di programmare più pause brevi distribuite nell’arco di tutto l’anno.

Nel 2012, nel Journal of Happiness Studies è stato pubblicato un contributo che indica un periodo di vacanza minimo. Il team guidato dalla scienziata Dr Jessica de Bloom, dell’università finlandese di Tampere, ha scoperto che il benessere dei vacanzieri raggiunge il suo picco durante l’ottavo giorno. Sebbene non sia necessariamente detto che diminuisca in seguito, non è nemmeno dato che aumenti. La conclusione potrebbe quindi essere che una vacanza dovrebbe durare almeno otto giorni per poter avere un effetto rigenerante.

Vacanze – il momento migliore dell’anno

In cosa consiste effettivamente questa magica sensazione di vacanza, e qual è il suo impatto sui bambini? Un fattore cruciale è l’apparente infinita quantità di tempo che i bambini possono trascorrere insieme a genitori, fratelli e sorelle. Nel migliore dei casi, durante una vacanza insieme, riceveranno tutti pari attenzione, senza distinzioni. La sensazione di essere notati e la certezza che la famiglia si diverte a passare il tempo insieme rafforzano significativamente la fiducia in se stessi e la relazione genitore-figlio.

Lo psicologo inglese Oliver James si sta occupando degli effetti a lungo termine delle vacanze in famiglia. Secondo lui, i bambini in vacanza amano soprattutto l’opportunità di intrattenersi in modo giocoso con gli altri membri della famiglia per un periodo esteso di tempo. Sottolinea il valore che i più piccoli danno alle vacanze condivise, non solo nel momento stesso, ma anche per molto tempo a seguire. Uno studio portato avanti dalla British Family Holiday Association a partire dal 2015 conferma questa tesi: il 49 percento dei partecipanti alla ricerca ha identificato il ricordo di una vacanza in famiglia come il più bello di tutta la loro vita. Un terzo dei coinvolti ricorda chiaramente le vacanze d’infanzia, e un quarto di loro afferma di aver sfruttato tale ricordo per riuscire a superare dei momenti difficili.

Il cervello non va in vacanza

Oltre a trascorrere dei momenti in famiglia, il tempo libero durante le vacanze estive è importantissimo per la salute, il benessere e lo sviluppo dei bambini. Non ci sono compiti, non esistono appuntamenti. I bambini perdono la concezione del tempo. Addirittura a volte si annoiano... si spera! Perché niente offre un’equa opportunità di autodeterminazione e creatività come la noia. Come disse il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche: “Per il pensatore e per tutti gli spiriti inventivi la noia è quella sgradevole «bonaccia» dell’anima che precede una navigazione felice e i venti favorevoli”.

Gioco e ricerca

Sebbene le pause siano essenziali per i bambini per elaborare ciò che hanno imparato e godersi il tempo liberi dai compiti e dalle faccende, le vacanze non devono significare ozio. Anche durante le vacanze in famiglia, il cervello dei più piccoli continua il suo sviluppo, come ben spiega la psicologa pediatrica britannica Dr Margot Sunderland, in un articolo pubblicato sul giornale inglese The Telegraph.

Durante questo periodo, si attivano due aree limbiche del cervello: il sistema del gioco e quello della ricerca, come identificate dal Dr Jaak Panksepp. Il primo reagisce alle esperienze sensoriali, come il sentire la sabbia scorrere tra le dita dei piedi o ascoltare i suoni della natura. Il secondo si allena esplorando nuovi ambienti. Una volta attivati questi due sistemi, il cervello rilascia gli ormoni della felicità, come ad esempio l’ossitocina e la dopamina. Queste sostanze abbassano i livelli di stress e favoriscono il benessere. I sistemi di gioco e ricerca si comportano in maniera simile ai muscoli: più vengono allenati con regolarità e intensità, più velocemente le loro risposte diventeranno abitudini, cosicché le emozioni e le abilità da loro promosse diventino parte integrate della personalità di un individuo.

Imparare senza la pressione di dover eseguire

In vacanza, i bambini imparano in autonomia, a patto che abbiano l’opportunità di giocare in un ambiente ricco e di soddisfare la propria naturale curiosità. Tuttavia durante la pausa estiva, in certe condizioni, può aver logica riservare dei blocchi di tempo per lo studio orientato agli obiettivi. Naturalmente, la miglior motivazione per farlo è se un bambino desidera lavorare su qualcosa in particolare di sua spontanea iniziativa. Potrebbe anche esserci la necessità di recuperare, per esempio, se a causa del lockdown per via del coronavirus si sono dovuti saltare degli argomenti importanti. Non c’è motivo di impedire ai bambini di studiare durante le vacanze, ma se lo fanno, si dovrebbe adottare un approccio più creativo e non fare pressione affinché eseguano dei compiti. In ogni caso, i genitori dovrebbero assicurare che almeno metà delle vacanze rimanga libera, in modo che i bambini possano avere tempo a sufficienza da trascorrere con la famiglia e per attività ricreative.

Non dimenticate di allenare l’udito!

Importante quanto il relax e le nuove esperienze, durante la pausa estiva è fondamentale anche questo: nel tempo libero, i bambini con impianto cocleare dovrebbero proseguire con il proprio allenamento acustico. Solo un esercizio costante e regolare aiuta a migliorare l’udito. Mentre gli adulti necessitano al massimo di dodici mesi in media, l’addestramento all’ascolto per i neonati e i bambini più piccoli può richiedere fino ad alcuni anni. Una pausa di diverse settimane non solo arresterebbe i progressi, ma rallenterebbe anche lo sviluppo dell’udito.

Tuttavia, l’addestramento uditivo non deve essere un lavoro di routine, anzi può essere molto divertente! La gioia dell’imparare è cruciale per una riabilitazione di successo. Ecco perché MED-EL offre numerose risorse che i genitori possono utilizzare per insegnare ai loro figli come divertirsi con l’ascolto e il dialogo. La maggior parte degli esercizi è disponibile in download, in modo da poterla portare con sé in vacanza. È disponibile anche una checklist per chi viaggia con un impianto cocleare, così da non doversi preoccupare di dimenticare qualcosa di importante. A questo punto, rimane solo una cosa da dire: buone vacanze!

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