Non è mai troppo tardi per un impianto uditivo

Teaser: La storia di Joan Black e il suo impianto cocleare a 60 anni
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Nata a metà degli anni ‘40, Joan Black vive a Durham, in USA, e ha lottato per tutta la vita contro i problemi di udito. Finché, sessantenne, non si è sottoposta all’intervento chirurgico per l’installazione di un impianto cocleare. Ci racconta delle sue esperienze con l’impianto.

Quando è iniziata la perdita dell’udito?

Ho avuto problemi di udito sin dall’età di 2 anni, probabilmente a causa del morbillo. I dottori consigliarono a mia madre di affidarmi a un istituto perché, secondo loro, “non sarei mai riuscita a fare niente”. Lei non ne volle sapere, e ogni giorno mi faceva sedere sulle scale e mi insegnava a parlare. Da bambina mi sentivo profondamente infelice, non sapevo mai cosa stesse accadendo. Odiavo la scuola. I bambini non chiedevano altro: “Perché parli così strano?”.

È stata sottoposta a qualche cura?

Non ho mai portato audioprotesi fino a otto anni, ma erano terribili, un vecchio modello analogico che invece di eliminare il rumore, lo intensificava. Ho cercato di liberarmene gettandole nel water.

Come ha influito tutto ciò sulla Sua vita da adulta?

Riuscii a passare il mio Intermediate Certificate in Australia, da dove provengo, e lasciai la scuola appena possibile, a 15 anni. Contro le aspettative di tutti, ho ottenuto la qualificazione di segretaria, ma non sentendo molto bene, continuavano a licenziarmi. Alla fine ho trovato un titolare molto gentile, che riuscivo ad ascoltare. Mi sono fatta una bella corazza e ho sviluppato un certo talento nel portare pazienza, oltre al fatto di aver imparato a trovare sempre un modo per risolvere qualsiasi problema. Ad esempio, ho appreso come leggere il labiale, e che al ristorante aiuta molto sedersi con la schiena rivolta al muro.

Avere un impianto è stata la decisione migliore che potessi prendere.

Cosa L’ha spinta a volere un impianto cocleare (IC)?

Sebbene le audioprotesi fossero migliorate col tempo, continuavano a essere insufficienti. Dopo aver sconfitto il cancro con successo, ho deciso di far qualcosa per il mio povero udito e ho scoperto che MED-EL aveva una sede vicino casa nostra. Ho ottenuto il mio primo impianto nel 2002 e il secondo nel 2006.

È stata una decisione difficile?

Non proprio. Ho fatto tutte le ricerche del caso e chiunque interrogassi in merito dava solo riscontri positivi. L’operazione andò benissimo, non ho avuto dolore e mi sono ripresa nel giro di pochi giorni.

Come è stato il recupero?

Ho lavorato davvero sodo. Non ho mai saltato un appuntamento, ho fatto mille domande e se c’era qualcosa che non andava tornavo subito indietro per farmi controllare. In sei mesi ho iniziato a sentire bene.

Come ha cambiato la Sua vita?

È la miglior decisione che abbia mai preso. Adesso tengo il volume della TV ancora più basso di quanto vorrebbe mio marito! Prima, la perdita dell’udito era un grosso problema. Ora non ci penso più. Non è mai troppo tardi per un IC. In un certo senso, penso che sia ancora più importante andando avanti con l’età, perché si ha più bisogno di compagnia e quindi di una buona comunicazione.

Quali sono i sistemi di impianto uditivo disponibili?

Dopo un’attenta valutazione, il vostro otorinolaringoiatra vi consiglierà il sistema di impianto uditivo migliore per voi.

Impianto cocleare (IC) – Per perdite d’udito neurosensoriali da gravi a profonde. I suoni vengono rilevati da un piccolo microfono e convertiti in segnali elettrici che vengono trasmessi alle fibre nervose nell’orecchio interno.

Impianto per l’orecchio medio – Per individui con perdita d’udito neurosensoriale da moderata a grave, o con perdita uditiva conduttiva o mista, che non traggono beneficio dalle audioprotesi convenzionali per motivi medici. Stimola le piccole ossa dell’orecchio medio, migliorando il segnale che arriva all’orecchio interno.

Impianto a conduzione ossea – Per individui con perdita uditiva conduttiva o mista, oppure con sordità monolaterale. Gli impianti a conduzione ossea bypassano l’orecchio esterno e medio, trasmettendo il suono direttamente all’orecchio interno attraverso l’osso presente dietro l’orecchio.

Dispositivo a conduzione ossea non impiantato – Per individui con perdita uditiva conduttiva, a causa della quale il suono non riesce a raggiungere l’orecchio interno naturalmente. I sistemi a conduzione ossea fanno vibrare lievemente l’osso dietro l’orecchio per trasmettere il suono direttamente all’orecchio interno, ottenendo così una qualità acustica naturale senza ricorrere all’intervento chirurgico.

Stimolazione elettroacustica (EAS) – Per individui con perdita uditiva parziale che riescono a percepire alcuni suoni a bassa frequenza. L’EAS combina un IC con la tecnologia di un’audioprotesi. L’impianto trasmette i suoni ad alta frequenza, mentre l’audioprotesi amplifica quelli a bassa frequenza.

Per ulteriori informazioni, consultare medel.com/hearing-solutions

Article The History of Hearing Implants How MED-EL’s founders Ingeborg and Erwin Hochmair beat the odds
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