Udito e salute psichica

La relazione tra problemi d’udito e salute mentale
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La salute mentale è inscritta nel nostro DNA, è una caratteristica di ciascuno di noi. Studi dimostrano che per chi è affetto da problemi d’udito, la concomitanza di fattori aggiuntivi può portare a delle ripercussioni sulla salute mentale. Creando un’atmosfera di sostegno e attraverso l’uso di soluzioni per l’udito, è possibile tornare a una situazione positiva.

La disabilità uditiva e le sue conseguenze sullo schermo

L’acufene cronico con cui doveva convivere lo sfortunato cantante innamorato Jackson Maine, interpretato da Bradley Cooper, così come è stato presentato nel film A Star Is Born del 2018, si è rivelato una sorta di rivoluzione.

Sebbene non rappresenti la narrazione principale della sceneggiatura, nel sottotesto Maine si rende conto di avere un deficit uditivo cronico ed è in questo che in molti si sono rivisti, vivendo una situazione simile.

Maine decide di mantenere segreto il suo problema, sforzandosi di andare avanti normalmente, senza chiedere aiuto. Di conseguenza, la sua salute mentale ne viene influenzata: assistiamo così alla sua paura, alla sua ansia che cresce, tanto da trascinarlo in un abisso e condurlo a un esito drammatico.

La storia viene raccontata in modo semplice e fornisce forse solo un’intuizione e una migliore comprensione delle famiglie i cui cari soffrono di una qualsiasi forma di deficit uditivo; la paura, la solitudine e l’incertezza di capire a chi e dove rivolgersi per chiedere sostegno sono tutte sottilmente mostrate in questo film.

Anche se si tratta di un punto di partenza per una narrazione da blockbuster hollywoodiano, è comunque qualcosa con cui milioni di persone in tutto il mondo convivono. Solo nel Regno Unito, ad esempio, 7.1 milioni di persone vivono con l’acufene proprio come Jackson Maine.

La ricerca

Sono disponibili numerosi studi in tutto il mondo che rivelano che la perdita d’udito detiene un certo impatto sulla salute mentale di un individuo. A prescindere dal supporto strutturale disponibile, tutti giungono più o meno alla stessa conclusione. Un esempio che fa chiarezza: Stando a uno studio di Clear Living pubblicato nel febbraio 2020, quasi il 90% di chi soffre di perdita uditiva riporta di avere problemi sociali e personali.

Studi più dettagliati mostrano l’estensione delle conseguenze che il deficit uditivo può avere sulla psiche e sulle funzioni cognitive. Nel novembre 2018, Grainne Crealey e Ciaran O’ Neill hanno pubblicato i risultati della loro ricerca sull’Oxford Journal of Public Health. Secondo loro, l’ipoacusia riduce considerevolmente gli aspetti legati a cognizione, autonomia e mobilità. Hanno scoperto, inoltre, che i deficit uditivi sono spesso associati ad altre situazioni mediche, quali stress psicologico, salute psichica, depressione, demenza e isolamento sociale.

Ma le ricerche non si fermano al mondo occidentale. In Giappone, gli studi sui problemi di udito svolti sulla popolazione più anziana hanno dato esiti similari: In una ricerca pubblicata nel 2016 dall’Università di Tsukuba, Giappone, si è rilevato che questa condizione influisce profondamente sulla vita delle persone di età avanzata. Questa relazione spiega come la perdita uditiva per gli anziani porti a situazioni di ansia, attività limitate, fino ad arrivare al declino cognitivo e alla demenza. Yoko Kobayashi, co-autore dell’articolo, afferma: “Perdere l’udito comporta un enorme pegno per i più anziani sotto diversi aspetti, fisici e mentali, limitando al contempo le attività della quotidianità. Una maggior consapevolezza di tale fardello aiuterà a migliorare la qualità della loro vita. Soluzioni come audioprotesi e sostegno sociale svolto da volontari della comunità possono già fornire un’ottima forma di assistenza.”

Soluzioni note

L’autore sottolinea l’impatto positivo di un pronto intervento sugli individui affetti da deficit uditivi, ad esempio, attraverso l’utilizzo di strumenti acustici.

Valutare le opzioni a supporto di queste persone per poter godere degli stessi standard e qualità di vita di amici, colleghi e familiari per alcuni può sembrare insormontabile, persino inaccessibile e creare confusione. Tuttavia, individuare la soluzione corretta potrebbe sfociare in un esito davvero positivo.

Un importante studio di 25 anni pubblicato sul Journal of American Geriatrics Society dimostra che l’utilizzo di soluzioni per l’udito riduce il rischio di un declino cognitivo: Si riporta che “l’autodiagnosi di una perdita dell’udito si associa a un declino cognitivo accelerato negli adulti più anziani; l’uso di apparecchi acustici attenua tale degenerazione.”

Ulteriori prove dei benefici portati da questi strumenti si trovano in uno studio effettuato su 4000 persone, pubblicato su Hearing Review nel 2000. Tale ricerca ha rivelato che gli individui che adottano soluzioni uditive non si percepiscono come depressi in relazione a coloro che non ne fanno uso.

Lo stesso studio, condotto da Sergei Kochkin e Carole Rogin, riporta che l’utilizzo di strumenti testati ha riportato dei miglioramenti sulla condizione mentale, nonché sul benessere fisico, sociale ed emotivo. Gli utenti hanno affermato di possedere un maggior controllo sulle proprie vite e di essere più socialmente attivi.

Creazione di un’autonomia prolungata

La perdita uditiva può affliggere persone di qualsiasi età e mentre alcuni l’associano all’avanzare degli anni, a volte si presenta sin dalla nascita o durante l’infanzia.

In una dichiarazione rilasciata nel 2017, l’ente di beneficenza per i bambini sordi del Regno Unito ha riconosciuto che: “Questi bambini hanno bisogno di essere consapevoli della propria sordità, così da rendersi più autonomi, sicuri e in grado di affrontare le sfide che tale condizione comporta.” L’ente ha anche analizzato le difficoltà che riscontrano i genitori di questi bambini, il 90% dei quali è nato da persone normoudenti. Inevitabilmente, la maggior parte dei loro sforzi si concentra sul sostegno ai genitori per aiutare a sviluppare nei figli un’identità positiva.

La risorsa dedicata alla salute mentale promossa dall’ente benefico viene utilizzata per dare supporto nelle scuole, aiutando i bambini con deficit uditivi a prosperare nei contesti tradizionali. L’obiettivo principale, dichiara, è includere “la promozione e il mantenimento di un buono stato mentale.” Questo può comprendere l’utilizzo di risorse come i servizi di counseling presso le strutture scolastiche o lo sviluppo di schemi di supporto tra pari, come il progetto “Helping Hands” che permette alle scuole di insegnare ai ragazzini con disabilità uditive a dare sostegno agli altri compagni nelle stesse condizioni.

Studio europeo: la perdita uditiva per le neomamme e le mamme in attesa

In Lettonia, neomamme e mamme in attesa non udenti hanno ricevuto il sostegno di un progetto finanziato dall’Unione Europea, Together Beyond Silence. Il progetto da 51.000 euro ha riconosciuto le difficoltà delle madri con problemi di udito, ad esempio quando cercano di accedere all’assistenza medica. Inevitabilmente questa situazione può diventare angosciante, sfociando in un impatto negativo sulla salute mentale e sul benessere sia della madre che del bambino. Inoltre, in caso di complicazioni, durante il parto, la donna può avere difficoltà a comunicare correttamente il problema, il che non fa che aumentare la preoccupazione. Un medico di nuova formazione che funge da mediatore tra il personale medico e la madre in travaglio (finanziato proprio da questa iniziativa) aiuta a ridurre i rischi per la mamma e il nascituro.

Il progetto mirava a fornire un ambiente sicuro in cui le madri potessero partorire, garantendo loro assistenza nei giorni e nelle settimane cruciali successivi al parto.

Fino a dieci anni fa, la Lettonia disponeva di soli 20 interpreti qualificati per la lingua dei segni in tutto il paese. Prima di questa iniziativa non esisteva alcun supporto specializzato per queste donne.

Una pandemia globale

Mentre la più grande pandemia della nostra generazione si diffonde nel mondo, individui, famiglie e governi passano giorno e notte ad esplorare nuovi modi di vivere in lockdown e oltre, cercando accordi per creare una “nuova normalità”.

Per coloro che convivono con deficit uditivo ci sono ulteriori complicazioni. Professore di Audiologia presso l’Università di Manchester, nel Regno Unito, Kevin Munro sottolinea un problema molto specifico. Per gli ipoacusici, l’uso delle mascherine ha conseguenze negative, seppur non intenzionali. Il problema è che compromette la capacità di alcune persone di comunicare con facilità, “poiché impedisce la lettura labiale e può ridurre il livello del discorso trasmesso attraverso la bocca”, spiega in un articolo scritto per The Conversation.

Il professor Munro prosegue affermando come la rimozione degli stimoli visivi “renda la comunicazione più faticosa proprio a causa dello sforzo mentale richiesto per ascoltare”. In altre parole, benché le persone possano essere in grado di seguire ciò che viene detto in tempo reale, si fa comunque affidamento sulle proprie risorse mentali per ascoltare attivamente. Ciò significa che i non udenti hanno meno risorse a disposizione per richiamare in seguito ciò che hanno sentito.

Una soluzione sarebbe indossare mascherine trasparenti. Tuttavia, sembra non essere più un’opzione valida a causa della già complicata situazione relativa all’accesso ai DPI in alcuni paesi.

Naturalmente, l’uso delle mascherine è fondamentale per la sicurezza e aiuta a garantire il distanziamento sociale, ma il Professor Munro avverte che ciò può anche condurre all’isolamento sociale e avere quindi un impatto sulla salute mentale di coloro che convivono con una perdita uditiva.

Inoltre, i pazienti ipoacusici che vengono ricoverati in ospedale per una malattia o a seguito di un incidente arriveranno quasi sicuramente da soli, perché le misure precauzionali vietano l’accompagnamento di familiari o amici. Ad ogni modo, in questo ambiente così acuito e stressante, diventano particolarmente vulnerabili e, nell’ambiente ospedaliero, dove i DPI completi sono essenziali in prima linea, molto probabilmente possono ricadere in stati d’ansia.

Il Professor Munro ritiene che le maschere respiratorie specifiche (come l’N95 e l’FFP3), pur essendo eccellenti nel filtrare le particelle, riducono e distorcono in modo significativo il livello di comunicazione, rendendo estremamente difficile lo scambio d’informazioni tra l’operatore sanitario e il paziente. Egli osserva che questo, unito al continuo sibilo di una maschera per l’ossigeno, al rumore generale di fondo o alla respirazione attraverso una cannula nasale, rende praticamente impossibile una comunicazione efficace.

Consigli pratici individuati dal Professor Munro per coloro che convivono con perdite uditive nel mondo del Covid 19:

  1. In caso di utilizzo di una qualsiasi forma di soluzione uditiva, assicurarsi di averla con sé prima di andare in ospedale, se possibile.
  2. Chiedere agli operatori di parlare lentamente, non gridare e ridurre i rumori esterni, laddove possibile.
  3. Alcuni ospedali forniscono amplificatori acustici portatili: chiedere se ne hanno a disposizione.
  4. Se non si ha con sé la propria audioprotesi, esistono alcune app, disponibili sui telefoni, che traducono il parlato in testo in tempo reale.

Fonte: The Conversation

Il mondo sta imprevedibilmente cambiando. La corsa globale alla rapida ricerca di una soluzione per mettere fine alla pandemia continua. Ma per gli ipoacusici esistono già delle soluzioni note e sofisticate. Offrono sostegno agli individui che soffrono di perdita uditiva, alleviandone l’ansia, la depressione da isolamento e altri impedimenti verso uno stato mentale sano, così da poter concedere anche a loro una vita piena, autonoma e attiva.

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